INFORMAZIONE UTILE


Leggendo le pagine nel web ho letto una notizia molto utile:
lo Stato è proprietario di 338mila ettari di terreni agricoli, gestiti attraverso amministrazioni ed enti pubblici, che potrebbero essere venduti agli agricoltori questo sia per creare nuove imprese agricole ma ai giovani agricoltori  lo Stato assicura il diritto di prelazione.
 Riporto qui il comunicato stampa dell'AIAB:
Un fronte di oltre dieci associazioni e cooperative del mondo agricolo in presidio a Montecitorio propone emendamento all'art.66 del DDL di conversione in legge del DL 24/01/2012, n.1 per trasformare l'alienazione in locazione

Liberalizziamo il diritto d'uso, non la proprietà! Si potrebbe riassumere così il senso della manifestazione che questa mattina ha riunito in piazza Montecitorio, a Roma, quattordici associazioni e cooperative del mondo agricolo e ambientalista che contestano l'alienazione di un bene comune importante come i terreni agricoli e a vocazione agricola demaniali.


AIAB, ALPA, ARI, Campagna popolare per l'agricoltura contadina, Crocevia, Legambiente, Libera, Slow Food, Terra Nuova, Coop Agricoltura Nuova, Coop Carlo Pisacane, FederTrek, Associazione Michele Mancino, Equorete e Terra Terra si oppongono alla vendita dei terreni demaniali prevista dall'art. 66 del decreto Liberalizzazioni e dal Ddl di conversione del decreto, attualmente in discussione alla 10a commissione del Senato. Ma dalle associazioni arriva anche la proposta di una soluzione alternativa, più giusta, equa ed efficace: la concessione in locazione delle terre pubbliche.

Il presidio si è infatti concluso con l'invio ai Senatori delle Commissioni 9a e 10a del Senato, nonché al ministro Catania, di una proposta di emendamento al citato art.66 per trasformare la prevista alienzazione dei terreni demaniali in concessione in locazione.

Dare i terreni in affitto avrebbe il duplice vantaggio di promuovere l'accesso alla terra e lo sviluppo di nuove imprese agricole, dando così una risposta alla drammatica crisi occupazionale, e di garantire allo Stato una rendita costante nel tempo. Al contrario, vendere le terre pubbliche in un paese come l'Italia - che negli ultimi 10 anni ha perso 300mila ettari di superficie agricola e un terzo delle aziende del settore - porterebbe a una concetrazione della terra nelle mani di poche grandi realtà, senza innescare quindi un processo virtuoso di sviluppo economico, e rischierebbe di favorire anche il riciclaggio da parte della criminalità organizzata, che avrebbe un'occasione unica di usara le proprie disponibilità di liquidità per accaparrarsi i nostri terreni.

Visto il contenuto investimento di inizio attività, concedere i terreni demaniali in locazione permetterebbe, invece, di promuovere l'imprenditoria giovanile e l'ingresso di nuovi operatori nel settore, così come di garantire la sopravvivenza delle piccole realtà già esistenti nel settore.

Mirando a questi obiettivi AIAB, ALPA, ARI, Campagna popolare per l'agricoltura contadina, Crocevia, Legambiente, Libera, Slow Food, Terra Nuova, Coop Agricola Nuova, Coop Carlo Pisacane, FederTrek, Associazione Michele Manciano ed Equorete chiedono di bloccare l'inutile alienazione dei terreni agricoli demaniali prevista dal DLL attualmente in discussione alla 10a Commissione del Senato e di cambiare l'impostazione del testo basandosi sulla proposta di emendamento lanciata questa mattina da Montecitorio.

Proposta che ha tra i suoi punti principali la messa in valore, tramite contratti di affitto ad equo canone riservati a coltivatori diretti, con priorità a giovani singoli o associati ed ad iniziative di rilevanza sociale (agricoltura sociale), di tutte le superfici agricole oggi di proprietà pubblica.
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